La nostra storia, il cuore dell’ospitalità
Dal lavoro dei nonni all’accoglienza di oggi, un progetto di famiglia e passione
"...ho sempre pensato che quello che avrei voluto fare nella mia vita fosse aiutare gli altri a stare meglio..."
Quando decisi di diventare albergatrice?
Non lo ricordo con certezza. Di sicuro non fu a 18 anni, anche se la storia del Madison, ora ne sono pienamente consapevole, era già iniziata da tempo.
Dopo il liceo volevo fare la psicologa. Ho studiato, mi sono laureata… poi ho capito che potevo realizzare il mio desiderio in un modo diverso: portare avanti un progetto iniziato tanti anni fa, che racconta l’Italia, la mia terra, la mia famiglia.
I miei nonni, nati negli anni ’20, cresciuti nella campagna romagnola, conoscevano la fatica e la fame. Ma a mezzogiorno si sedevano sempre “a tèvla”, perché per noi romagnoli i pasti sono una cosa seria, anche se fosse solo pane e cipolla. Hanno vissuto la guerra, la fame e poi, con coraggio e ottimismo, hanno ricominciato, costruendo negli anni ’60 un albergo, vicino al mare, con la speranza di un futuro migliore.
I miei genitori, Sergio e Franca, hanno trasformato quel sogno in vita: tenacia, entusiasmo e tanto lavoro. Ricordo le gare di bocce, il babbo che puliva cozze con gli ospiti, gli aperitivi che diventavano spaghettate di mezzanotte e il profumo della cucina che riempiva la casa, un odore che ancora porto dentro di me come il più dolce della mia infanzia.
Io e mia sorella Valentina abbiamo raccolto questa eredità, insieme a Gianba, e continuiamo a portare avanti il Madison con passione. Ospitare per noi è amare davvero: curare ogni dettaglio, aprire la finestra per far entrare il sole, pensare al benessere di chi viene da noi.
Vogliamo un turismo inclusivo, etico e sostenibile, che rispetti il nostro mare e il nostro territorio. Vorrei continuare a farvi assaggiare le lasagne di nonna, ma anche i sapori che ho scoperto nei miei viaggi. Vorrei mostrarvi le nostre colline, raccontarvi Rimini e i suoi nascondigli, e farvi sentire a casa, ogni giorno.
Prenderci cura di voi non è un lavoro, è la nostra storia, la nostra vita.
Vi aspettiamo con il sorriso.
— Laura